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Inviato da avatar Poliedra Politecnico di Milano il 05-11-2015 alle 16:36

Nel 1999 la General Electric, seguendo un pesante piano di ristrutturazione interna, spostava all'estero o fuori Milano la fabbricazione dei macchinari che ancora avveniva nei capannoni al numero 27 di via Tortona. Flavio Lucchini e la moglie, la giornalista Gisella Borioli, intuirirono che quel grande complesso, situato proprio di fronte all'Ansaldo e collegato ad esso da una passerella coperta, poteva diventare un altro polo al servizio della città, per ospitare eventi e iniziative legati all'arte, alla creatività e alla comunicazione avanzata. Così nacque "Superstudio Più"- per rafforzare il concetto che un'intera parte della città stava cambiando aspetto grazie all'iniziativa dell'originario "Superstudio" di via Forcella, appena 200 metri più in là. Il complesso di via  Tortona 27 presentava la tipica struttura della fabbrica: capannoni con tetti a shed appoggiati su lunghe file di pilastri a 6 o 8 metri di distanza l'uno dall'altro. Una struttura troppo rigida e fissa per l'ipotesi di creare spazi aperti adatti per riprese cinematografiche, studi televisivi, esposizioni, sfilate, convention, mostre d'arte, laboratori di teatro e danza. La ristrutturazione procedette per zone. Dapprima fu il capannone centrale ad essere abbattuto nel mezzo, per eliminare ventiquattro pilastri e tetto a shed e sostituirli con quattro sole sottili colonne di ferro in grado di sostenere un tetto piano a 11 metri di altezza, creando una superficie sottostante di circa 2000 mq senza altri sostegni, secondo un progetto dell'architetto Giorgio Longoni. Poi fu abbattuto lo spazio retrostante, adibito a magazzino, ricostruito su progetto di Lucchini e dell'architetto Marco Sironi come una palazzina dalla imponente vetrata, che ospita un ristorante e due sale dai pavimenti di legno galleggiante utilizzate per laboratori di danza, musica, teatro. Infine toccò allo spazio a shed dal caratteristico aspetto di vecchia fabbrica, affacciato su via Tortona, affrontare una ristrutturazione radicale e un ampliamento che lo avrebbe trasformato in un elegante edificio a due piani di vetro. Da ultimo toccò alle cabine elettriche su strada e a un box di venir trasformati in una galleria d'arte su due piani, che sfrutta la passerella sovrastante via Tortona, mentre la vecchia portineria viene ampliata e sopraelevata di due piani per ospitare gli uffici e la direzione.

 
“COLTIVARE LA CITTÀ – LA RISAIA SUL TETTO”: IL ROOF DEL SUPERSTUDIO PIÙ DIVENTA TEATRO DI EVENTI. 

Nel maggio 2015 Il progetto “Terzo Paradiso – Coltivare la Città” è entrato a far parte di Expo in città, l’innovativo progetto organizzato da Comune e Camera di Commercio di Milano. Durante i sei mesi di Expo 2015 (1 maggio – 31 ottobre 2015), infatti, lo spazio intorno al segno del Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto è stato animato da iniziative mirate alla diffusione di una cultura etica della trasformazione sociale e del territorio, a partire dalla simbiosi tra architettura e agricoltura. Il risultato è stato sorprendente: 180 giorni di apertura, 7 diverse qualità di riso coltivato, 750 mq di spazio totale, oltre 30 eventi ospitati, migliaia di piatti di risotto serviti e tantissimi momenti di condivisione e confronto. L’esempio concreto di come natura e artificio possano coesistere in un perfetto equilibrio grazie a un’architettura capace di sostenere la qualità dell’ambiente, riducendo i consumi e rimettendo in circolo gli avanzi inutilizzati.

“Coltivare la Città – afferma Tiziana Monterisi, co-fondatore di Novacivitas –, nasce dal bisogno di riconsiderare il rapporto tra uomo, ambiente e architettura. In questi sei mesi, il progetto ha voluto porre l’accento su un nuovo modo di abitare che vede l’utilizzo della paglia di riso come materia prima di strutture abitative concepite quali ecosistemi sostenibili in termini sia ambientali sia economici e sociali”.

Novacivitas è uno studio di architettura che si occupa di ricerca, progettazione, costruzione e ristrutturazione di edifici secondo i principi della bioarchitettura. Dal 2012 costruisce case autosufficienti in paglia e altri materiali naturali in grado di produrre l’energia necessaria al proprio funzionamento e realizza architetture completamente autonome in equilibrio con i sistemi presenti in natura. Inoltre, Novacivitas progetta e realizza performance artistiche ed eventi in Italia e all’estero. Il team di progettazione segue l’artista e il committente in ogni fase della realizzazione operativa, dagli studi iniziale, alla produzione, installazione ed eventuale smontaggio. L’attività di Novacivitas rappresenta una vera e propria trasposizione del mito del Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto, quale passaggio ad un nuovo livello di civiltà. La fusione tra il primo paradiso, la natura, e il secondo paradiso, l’artificio, trova massima espressione nel campo dell’architettura, in quanto pone l’abitare come snodo primario del rapporto organico tra la persona e l’ambiente.

Novacivitas è stata fondata da Cittadellarte-Fondazione Pistoletto come sviluppo in campo architettonico e urbanistico della sua mission: “ispirare e produrre un cambiamento responsabile nella società attraverso idee e progetti creativi”. Il lavoro si basa su un forte senso di responsabilità nel rapporto tra uomo e ambiente. Le strutture abitative sono, infatti, concepite come ecosistemi naturali duraturi nel tempo, ma anche sostenibili da un punto di vista economico, sociale ed ambientale, in grado di auto-supportarsi con una minima riserva di energia. Da qui il concetto di “Nuovi Organismi di Vita Abitativa”: l’abitazione è parte di un sistema sociale più complesso, capace di stabilire le relazioni tra i singoli individui e la complessità del loro vivere comune. La casa diventa così, per l’uomo, un terzo strato epidermico dopo la pelle e l’abito: rappresenta la protezione per eccellenza, ma anche la connessione tra l’individuo e la società.

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