AmandoLei

SOS Ospedale Amandola

Descrizione

MUMI per Amandola (terremoto del Centro Italia - 24 agosto 2016)

Quando non si ha più una casa il mondo diventa più piccolo perché gli esseri umani si portano dietro quello che di più prezioso hanno, i ricordi.

Quando la Natura si rivolta contro la tua amata terra, che ferita, trascina con sé tutta la tua vita non puoi fare a meno di pensare a quanto tu possa essere impotente e piccolo di fronte a Madre Natura.

Il 24 agosto la catastrofe del Terremoto si è abbattuta sul Centro Italia, portando macerie, devastazione, polvere e morte. Chi aveva una casa ora non ce l'ha più. Chi aveva un'attività ora non ce l'ha più. Chi aveva una vita ora non ce l'ha più. 

La storie di Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto e Pescara del Tronto le conosciamo bene. Purtroppo.

Quella che vi voglio raccontare è invece la storia di un comune di 3.700 abitanti della provincia di Fermo chiamato Amandola.

Amandola è il posto in cui sono nata e cresciuta che ho rinnegato ma che alla fine ho amato (e amo) in maniera viscerale. Lì vivono ancora la mia famiglia, i miei amici e i miei parenti. Io ora vivo a Milano perchè sono ambiziosa e l'abizione comporta la "fuga dei cervelli". Ma mi manca casa. Mi mancano le mie montagne, i Monti Sibillini che salutavo dalla finestra ogni mattina e ogni sera. Mi mancano le colline che assomigliano ai fianchi di una donna. Mi manca il lago di San Ruffino che costeggia casa di mia nonna. Poco più giù mi manca il mare, la costa dove c'è l'estate, il caldo afoso.

Tutto questo è svanito il 24 agosto, giorno in cui il mio cuore si è spezzato. I Sibillini, ai miei occhi così forti e imponenti, all’improvviso mi sono apparsi fragili e piccoli.

Quel giorno è entrato nella mia vita il terremoto. Non so descrivervi la sensazione di terrore che ho provato mentre pensavo di morire schiacciata dal tetto della mia casa. Come può la tua casa farti questo?

Senza chiedere scusa a nessuno, il terremoto ha  distrutto il centro storico della città, lasciando senza un tetto sopra la testa molti Amadolesi. Dell'Ospedale, risorsa di primaria importanza per tutta la Comunità Montana, restano intatte la facciata principale e alcune attrezzaure ospedaliere.

Case inagibili, abitanti sfollati e un paese isolato senza il suo Ospedale: questa è Amandola oggi.

Una vera e prorpia emergenza che grazie alla lungimiranza, la pazienza e il buon operato del Comune di Amandola e del suo Sindaco, Adolfo Marinangeli, sta piano piano rientrando.

Sì, ma non basta. Non basta perchè ci hanno dimenticato: ci stanno lasciando soli con un Ospedale da ricostruire in tempi brevi e con nuclei familiari allocati in tenda, in attesa di un inverno che non tarderà ad arrivare.

Se la piazza è il cuore di una città, l'Ospedale era il cuore di Amandola.2253845.jpg

Amandola è un comune lontano da città con più di 37. 655 abitanti come  Fermo, Porto San Giorgio, Macerata, Civitanova Marche, Ascoli e Ancona. I percorsi stradali sono difficili da praticare in tempi brevi a causa delle strade a "serpentina" dovute alla campagna marchigiana che costeggia la strada. Gran parte della popolazione vive di agricoltura, artigianato e pastorizia. La vita scorre lenta per via dei passaggi saltuari dei pochi mezzi di trasporto che collegano la zona montana alla costa o alle città limitrofe. Gli inverni rigidi comportano ulteriori disagi, soprattutto in quelle zone dove gli accumuli di neve a volte superano i 2.5 metri di altezza. Il volto degli anziani ci ricorda che sono loro i più indifesi, i più vulnerabili, i più bisognosi di un Ospedale vicino alla loro casa, vicino ai loro cari, vicino ai loro animali, vicino alla loro memoria.

Prima del 24 agosto molte persone invalide e le rispettive famiglie hanno potuto contare sul valido  sostegno e competenza di Operatori Socio Sanitari, Infermieri e Medici dell’Ospedale.

Dopo la terribile scossa i lungodegenti che risiedevano stabilmente in un'ala dell'ospedale (andata distrutta anche se inaugurata pochissimi anni fa) sono stati portati in sicurezza e ricollocati in diversi poli sanitari lontano dalla loro città e dalle loro famiglie.

Come faranno le famiglie dei lungodegenti a prendersi cura di loro senza poter contare sulla vicinanza di una casa di cura? Quanti disagi apporterà la chiusura dell’Ospedale di Amandola ai residenti (e non) che per casi urgenti dovranno combattere contro il tempo per arrivare alla clinica più vicina? Come si fa a trovare i soldi necessari per recuperare una struttura sanitaria? 

UN PAESE SENZA I SUOI SERVIZI È UN PAESE DESTINATO A MORIRE.

Dio (o chi per Lui) ha voluto che non riportassimo né morti né feriti. Quello che questo terremoto ci ha portato via è la speranza. La speranza di una vita normale, la speranza di non svegliarsi più con il cuore in gola, la speranza di una vita dignitosa, di occupazione, d'istruzione, la speranza di un futuro migliore per chi vorrà ancora animare la città del "Tartufo bianco pregiato".

Con questa collezione vi voglio portare nel mio mondo, a casa mia. Voglio farvi vedere i luoghi che amo e invitarvi a visitare Amandola.

Vorrei che ci aiutaste, con il vostro contributo, a ricostruire l'Ospedale così che i lungodegenti ritornino ad essere più vicini alle loro famiglie. Gli Amandolesi e tutti quelli che per anni hanno usufruito dell'Ospedale possano contare su un punto di riferimento efficiente e sicuro. 

A tutti Voi dico Grazie per aver letto la mia storia, la nostra storia.

E ringrazio il MUMI Ecomuseo di Milano Sud per avermi concesso questo spazio e l'occasione di fare attivamente qualcosa per la mia amata Amandola. La collezione "AmandoLei" nasce esclusivamente con l'intento di portare alla luce la storia di un paese dimenticato dalle Istituzioni e far si che l'Ospedale possa tornare ad essere, operativamente parlando, il punto di riferimento sanitario della Comunità, grazie anche al vostro supporto.

Credo in voi.  

Infine vorrei ringraziare tutti quelli che caricheranno le loro foto, professionisti fotografi e amatoriali.

Spero che questa collezione vi piaccia...

Per informarvi:

Qui il link del Comune di Amandola

Qui il sito dedicato al terremoto

COME DONARE:

Per le donazioni seguire questo link

Elisabetta

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